24 note dal Boris Godunov (2016-2017)
Sonorizzazione della mostra “Everlasting Sea” di Riccardo Arena.
A commento dell’opera di Riccardo Arena è stato creato un ambiente sonoro sfruttando un sistema audio a 8 canali collocati all’interno dell’ambiente espositivo.
Le prime ventiquattro note del Boris Godunov di Modest Mussorgsky si alternano sui diffusori in modo circolare in una sequenza con tempi dilatatissimi, come fossero ognuna un richiamo proveniente da un luogo lontano. La sequenza si intreccia con suoni d’ambiente costituiti dal sovrapporsi di mari irreali con registrazioni di segnali captati dallo spazio e campioni contestuali al precedente mediometraggio Vavilon di Riccardo Arena. Le sezioni sonore sono state create per sovrapporsi in modo sempre differente nel tempo senza mai interrompersi.
La mostra ha avuto luogo dal 30 settembre 2016 – 19 marzo 2017 presso il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo a Roma.
“Orient 1— Everlasting Sea (2016) nasce dalle ultime investigazioni in Russia, in particolare dal cosmismo, la corrente filosofica nata a metà del XIX secolo, che teorizzava il dominio assoluto dell’uomo nuovo sulle forze naturali, ponendosi come obiettivo la resurrezione e l’immortalità tramite la colonizzazione del cosmo. Partendo da queste suggestioni, Orient 1 contempla l’esplorazione di una “terra incognita” che, fondendo specularmente la cartografia lunare a quella terrestre, evoca un atlante senza geografia nel quale si capovolgono distanze e paesaggi: una scultura che riproduce il monumento dedicato ai cosmonauti russi sorge da un cratere di carbone; una pittura a parete rimanda al quadrato suprematista di Kazimir Malevič; immagini di imbarcazioni navigano alla deriva di oscuri oceani lunari; le note musicali dell’opera lirica Boris Godunov di Modest Musorgskij (utilizzate come codice segreto per i lanci aerospaziali russi) riportano a un tempo insondabile. Con questo lavoro Arena dà forma alla tensione millenaria dell’uomo verso l’ignoto riflettendo sull’imperscrutabilità delle forze che muovono il suo peregrinare.”
Premio MAXXI, Roma, 2016, Foto di Luis Do Rosario